Disfagia e Alzheimer
La deglutizione è un atto fisiologico che consente il trasporto della saliva, di cibi solidi e liquidi dalla bocca allo stomaco. Una persona deglutisce in media più di seicento volte al giorno per mangiare, bere o ingoiare la saliva e di questo non si accorge perché è la cosa più naturale del mondo.
La DISFAGIA è la difficoltà a deglutire liquidi o solidi, i cui sintomi posso essere a prima vista non riconoscibili. Nella mia esperienza sia nelle case di riposo che nei domicili, spesso le persone che hanno questa difficoltà non riescono a collegarla alla disfagia, quando si hanno dei dubbi è meglio fare una valutazione da un logopedista che è il professionista sanitario competente.
I sintomi sono:
senso di soffocamento ,
tosse insistente,
catarro dopo 1 o 2 ore dal pasto o notturno,
difficoltà nei movimenti della lingua,
voce gorgogliante (come se ci fosse del liquido in gola che non fa parlare bene),
fuoriuscita di liquidi o cibo dal naso,
starnuti o scolo di secrezioni dal naso durante il pasto o subito dopo,
dimagrimento.
Conseguenze
Nel lungo termine, quando non adeguatamente trattata, si può assistere a calo ponderale di peso,
disidratazione e polmonite ab ingestis, comunemente chiamata anche polmonite da aspirazione
(un’infezione dei polmoni provocata dall’ingresso di cibo o liquidi, inalati, nell’apparato polmonare).
Come prevenire:
Non c’è una medicina miracolosa, ma tutta una serie di accorgimenti per prevenire gli effetti secondari. La disfagia rende necessarie alcune modifiche dietetiche e un’alimentazione specifica che dovrà:
garantire la sicurezza evitando l’aspirazione del cibo nelle vie respiratorie;
fornire adeguate quote nutrizionali per prevenire e/o correggere lo stato di malnutrizione
/disidratazione (almeno 1 bicchiere di liquido ogni ora a piccoli sorsi) ;
proporre cibi invitanti, curati nella presentazione ed adeguati ai suoi gusti,
abbondare con passati di verdura (cremosi) con aggiunta di olio d’oliva e se piace peperoncino,
Il metodo più efficace e sicuro consiste nella modifica della consistenza di cibi e bevande. A seconda del grado di gravità si possono seguire diete solide morbide o cremose tramite l’utilizzo di polveri addensanti dal gusto neutro. Ci sono prodotti già addensati a consistenza specifica.
Controllare sempre l’igiene orale e della lingua dopo i pasti.
Bisogna in ogni caso evitare:
alimenti a doppia consistenza (esempio: minestre in brodo, pastina in brodo, zuppa di latte);
alimenti filanti (esempio; formaggi cotti, mozzarella);
cibi che si sbriciolano o in pezzi (come le nocciole, i crackers, fette biscottate, i grissini);
alimenti che hanno pelle, lische o parti filacciose/fibrose.
La temperatura delle pietanze deve essere preferibilmente calda o fredda (dovrebbe essere lontana da quella corporea), mentre è necessario porre particolare attenzione ai bocconi, che devono essere piccoli, in modo da facilitare il più possibile la deglutizione;
Caramelle dure;
Gelati, ma preferire semifreddi cremosi.
Come mangiare:
Altri accorgimenti posturali importanti, durante la consumazione del pasto:
La schiena deve essere dritta e possibilmente con le braccia ben appoggiate sopra al tavolo;
se vi è la necessità di imboccare il paziente, chi lo aiuta si deve porre di fronte a lui, seduto, cercando di avere il capo alla stessa altezza per evitare l’estensione verso l’alto.
Dott.ssa Patrizia Lopez Logopedista e Deglutologa – Università Politecnica delle Marche di Ancona