Il G8 chiede al mondo di affrontare la crisi globale della demenza

L’ 11 dicembre 2013 per la prima volta i leader mondiali del G8 si sono riuniti a Londra in uno storico vertice per decidere come combattere la demenza.

La demenza non deve più essere considerata un effetto collaterale dell’invecchiamento


(Comunicato Stampa Alzheimer Italia)

Milano, 13 dicembre 2013 
– A questo Summit del G8 responsabili della scienza e della salute hanno trovato un accordo sulle misure da intraprendere per affrontare l’epidemia mondiale della demenza. Attualmente si stima che 44 milioni di persone nel mondo siano affette da demenza e l’OMS ritiene che questi numeri raddoppieranno ogni venti anni.

Il Primo Ministro britannico David Cameron ha detto: “Non importa dove voi viviate, la demenza ruba le vite e distrugge le famiglie. È per questo che noi siamo qui riuniti e siamo determinati a sconfiggerla. Abbiamo combattuto la malaria, il cancro, l’AIDS e ora voglio che l’11 dicembre 2013 sia ricordato come il giorno in cui é iniziata la lotta mondiale alla demenza”.

I Membri del G8 si sono impegnati a:

  • Identificare entro il 2025 una cura o una terapia che modifichi sostanzialmente il decorso della malattia. Questo significa aumentare i fondi per la ricerca e il numero dei ricercatori coinvolti.
  • Creare la nuova figura di Responsabile Mondiale sulla Demenza a sostegno di un approccio innovativo, come per l’AIDS e i cambiamenti climatici, che coordini le esperienze e gli sforzi internazionali per trovare nuove fonti di finanziamento, comprese quelle private e filantropiche, a sostegno dell’innovazione.
  • Sviluppare un piano di azione internazionale per la ricerca, in particolare per identificare e colmare i gap attuali.
  • Scambiare informazioni e dati degli studi sulla demenza e lavorare insieme per ottenere i migliori risultati.
  • Garantire libero accesso alle ricerche finanziate dalle istituzioni pubbliche per mettere a disposizione di tutti, il più velocemente possibile, dati e risultati al fine di realizzare ulteriori studi.
  • Organizzare una serie di forum nel 2014 in collaborazione con OCSE, OMS, Commissione Europea, il Joint Programme Europeo sulle malattie neurodegenerative (JPND) e la società civile per stringere collaborazioni su:
  1. investimenti a impatto sociale;
  2. modelli di assistenza e prevenzione;
  3. collaborazione Università-Industria.
  • Invitare l’OMS e l’OCSE a dichiarare la demenza una minaccia per la salute pubblica sostenere i Paesi a incidere sui loro sistemi sanitari e sociali al fine di migliorare l’assistenza e i servizi alle persone con demenza.
  • Invitare tutti a trattare le persone con demenza con dignità e rispetto e ad aumentare il proprio contributo nella prevenzione, assistenza e cura.
  • Programmare un incontro negli Stati Uniti nel febbraio 2015 per valutare i progressi fatti.

“L’Italia manca ancora di un piano di azione. E la collaborazione fra tutte le figure coinvolte è fondamentale per la buona riuscita di un programma”, commenta Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia. “Obiettivo da raggiungere: creare una rete di servizi e assistenza su tutto il territorio nazionale per non lasciare soli malati e familiari”.